Certe esperienze non andrebbero raccontate.
Dovrebbero essere taciute per consentire a una donna di mantenere un minimo di dignità e di autostima e una punta, seppure minima, di sex appeal.
Avendo io ormai rinunciato a tutto questo da tempo remoto, posso raccontarvi di come sono sopravvissuta a me stessa e al primo parto del mio secondo figlio.
Sì, non ho sbagliato, primo parto. Perchè il nano malefico è nato, dopo “solo” 10 ore di travaglio, con il taglio cesareo per complicazioni varie.
Partorire è stata dura, ma veramente dura. Così dura che il mio secondo pensiero, subito dopo, “Sta bene mio figlio?”, è stato “Io ho chiuso con i bambini e i parti.”
Eppure è anche vero che senti una forza dentro che ti fa capire quanto a lungo puoi reggere il dolore.
Fino a dove puoi resistere per amore. Solo per amore.
E tu non lo sapevi ancora, ma puoi resistere fino allo stremo delle tue forze. Fino a non avere più fiato da spendere nemmeno per chiedere aiuto, fino a quando chiedi pietà, che ti sia inflitta una morte subitanea o un altro cesareo o quello che vogliono. E invece loro, le ostretriche, aspettano. Che sanno che è normale, e dopo la crisi ritorna una strana fermezza d’animo. Ed è con quella che riesci a far nascere un piccolo uomo.
E’ per questo che il parto, cominciato con una lenta agonia alle 4.30 di una notte afosa e terminato alle 20.03 di un 20 luglio come tanti, è così emozionante e non lo dimenticherai. E ogni donna ricorderà il suo, nei giorni a venire, come un’esperienza preziosa e unica (e per conto mio da non ripetere).
Quando poi emette, dapprima flebile e pian piano sempre più forte, il primo vagito senti tutto quell’amore che esplode, in un attimo solo, per quell’esserino minuscolo tutto sporco, che ti mettono sul petto e pensi che l’unica cosa che conta è lì. E’ lui.
Ed è tuo figlio.
Così la fatica fatta, il dolore sopportato ha un senso.
Un unico grande senso. Ed è tutto tra le tue braccia.
Cara vale
ti scrivo dall’ospedale mentre tra le braccia tengo mania il primo figlio nato da un cesareo e tre giorni di induzione. E mi fermo qui. ti abbraccio forte i tuoi post sono sempre semplicemente stupendi.
Un abbraccio gigante
elisa
Eli, tesoro!
Fortuna che poi l’amore ripaga di tutta questa fatica.
Ti, anzi vi, abbraccio forte, fortissimo. Spero che potrò vedervi presto.
E grazie, grazie, grazie!