La mia nonna Delia era piccola e forte. Aveva mani e piedi minuscoli.
Ha fatto crescere e diventare grandi sei figli, con quelle piccole mani.
Sapeva ridere, ma poi diventava subito seria. Se la prendevi in giro ti rispondeva semplicemente “Va in te casein” che significa, letteramente, “Vai nel casino” tradotto “Affanculo”.
Lei ti voleva bene, ti abbracciava per un secondo solo e poi via, con una mano a scacciarti, come un gatto selvatico. Come chi di abbracci ne ha avuti pochi, così pochi che non sa stare lì per più di un secondo.
Lei la chiamavano la donna col cane. Ha sempre avuto un cane a seguito, da quando era ragazzina, fino a quando era anziana e prossima alla fine. Cani che venivano alimentati a scarti, caramelle e biscotti. Non so come facessero a sopravvivere, sinceramente. Cani a cui dava delle pacche sul collo, dietro la testa. E poi li mandava via con un piede.
Era così mia nonna.
Me la ricordo che mi dava la fiesta a 4 anni, il suo cucchiaino di caffè e zucchero a 3. Poi mi ricordo un piccolo mattarello con cui preparavamo insieme la pasta e il dialetto, mi insegnava il dialetto mia nonna.
Me la ricordo altera e testarda, che preferiva le botte al chinare la testa, le botte al retrocedere di un solo millimetro, le botte. Sì le botte, pur di mantere la sua indipendenza.
Me la ricordo come amava i bambini, lei li prendeva su e li guardava in faccia. E gioiosa e felice come non mai diceva sempre “Com l’è bel! Te vist com l’è bel?”. Erano tutti belli i bambini per lei.
Andava avanti a sigarette e caffè e pesce e piada. Poi di nuovo sigarette, caffè, pesce e piada. Cucinava con le mani sporche, toccava tutto ed era felice.
Diceva quello che non avrebbe dovuto dire. Lo faceva sempre.
Io me la ricordo, più bassa di me e così forte, come io non sarò mai.
Se avrò una figlia femmina, la chiamerò Delia.
E spero che avremo modo di ritrovarci qui, in questa vita stramba che le ha dato sempre troppo poco e a cui lei ha chiesto mai niente.
Io e la mia nonna Delia, l’unica donna al mondo a cui vorrei assomigliare.
come al solito tocchi al cuore. e mi fai venire in mente la mia burbera ed amata nonna Primetta… grazie!!
Sono contenta, Silvia!
Se si è fortunati nel nostro passato c’è sempre una grande nonna che è sempre anche una grande donna.
Me ne avevi già parlato, ma non così, con la grazia e la dolcezza che ti esce quando ti siedi e scrivi.
Brava Valu.
E comunque Delia è un nome bellissimo…
Non so come risponderti. Perchè dovrei dirti in poche parole che queste tue frasi, per me, contano così tanto. Ma poi mi ricordo che tu mi conosci bene e lo sai già. Allora sorrido e ti dico solo grazie.
Bello, Valentina.
Vorrei dirti grazie da parte mia, da parte di tutte le nonne del mondo e di una in particolare: perchè penso che il grazie più grande debba dirtelo Delia, che continuerà ad esistere nel tempo avendole donato uno squarcio di eternità.
Sii felice…
Grazie Ernesto,
per le tue belle parole. Grazie mille davvero.
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Ho appena scritto della mia nonna che 4 anni fa oggi se ne andava. E, per caso, son finita qui. Proprio stasera. Le nonne hanno i super poteri. 🙂
Pensa che coincidenza 🙂
Una “fotografia” bellissima, mi é sembrato di rivederla..complimenti e grazie
Grazie a te Christian, davvero.
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