Io non ci credevo, non ci volevo credere.
Che fosse possibile essere obbligati a restare chiusi dentro casa.
A stare lontani gli uni dagli altri. A non toccarsi.
Ad avere paura quando qualcuno viene troppo vicino a te.
A non andare a cena fuori a ridere con gli amici, a non vedere i nonni.
No, non ci potevo credere.
Ora, invece, siamo in questa situazione, e io guardo il mondo fuori dalla finestra e lo vedo deserto. Deserto e bellissimo.
E apprezzo il silenzio delle strade vuote e le parole scambiate dai balconi. I sorrisi e gli sguardi che si cercano anche se hanno paura, ormai unica forma rimasta di contatto.
E ho riscoperto il valore del tempo.
Finalmente ho il tempo di perdere tempo, di prendermi tempo, di dedicare tempo.
A me stessa, alla mia solitudine interiore, agli affetti più cari.
A Elio e Dario che riscoprono con me il piacere delle lunghe ore passate in solitaria, noi quattro, delle piccole felicità di giochi dimenticati che abbiamo sempre troppa fretta. La meraviglia dei sensi nel silenzio assoluto della calma, surreale e spaventosa, che c’è.
Riscopro il piacere di vedere un’amica con una video chiamata, di fare una riunione con Zoom che fino a ieri nemmeno sapevo cosa fosse. Di un caffè virtuale.
Riscopro il senso di comunità, perché ora non ci resta che stringerci più forte gli uni agli altri, non fisicamente che non possiamo, ma moralmente. Umanamente.
Perché l’essere umano è fragile. La vita è fragile.
E con tutto il nostro correre e voler arrivare e non sbagliare mai e non perderci un evento mondano, abbiamo finito per dimenticarci cos’è che conta davvero.
Il mare, il vento tra i capelli, i sogni nel cassetto e le persone che amiamo. Che poi non è nient’altro che il tempo che dedichiamo alla nostra felicità.
E adesso dobbiamo tenere duro, per tutti. Per noi e per gli altri.
Dobbiamo essere uniti, e aspettarci tempi duri, e tutti, ma proprio tutti, abbiamo paura e ci sentiamo soli e fragili e vulnerabili.
Ma una cosa positiva c’è: questo minuscolo virus ci ha mostrato come, senza pensare agli altri, noi siamo niente.
Niente.
Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.
Mahmoud Darwish