Dopo aver letto l’ennesimo articolo della morte di una donna, per mano di un uomo che avrebbe dovuto amarla, ho scritto questo post. Non servirà a granché, ma il silenzio mi faceva male. Tanto male. Troppo male.
Io sono libera.
Ogni donna lo è. O dovrebbe esserlo.
Libera di sbagliare come tutti, di scoprirmi o di coprirmi.
Di ballare nuda sulla spiaggia, di non andarci per niente in spiaggia.
Di innamorarmi oppure no.
Sono libera di dire no ogni volta che voglio, anche se quella sera indosso una minigonna vertiginosa.
Sono libera di indignarmi ogni volta che mi chiamano “puttana”, che fischiano dal finestrino di un auto.
Sono libera di passeggiare di notte e dovrei essere libera di non aver paura. Dovrei essere libera di passeggiare a testa alta, con lo sguardo fiero e non con gli occhi abbassati che non si sa mai chi puoi incontrare per strada.
La cultura della violenza, del possesso, del controllo sulle donne deve finire.
Perché noi siamo nate libere e niente e nessuno ha il diritto di toglierci questa libertà.
A tutte quelle donne che sanno e tacciono, a tutte quelle che dicono “se l’è andata a cercare”, a tutte quelle che “lei è una puttana”, beh, non avete capito niente. Niente di niente.
Perché quella donna che “se l’è andata a cercare”, quella che “lei è una puttana”, beh potreste essere voi la prossima volta.
A tutti quegli uomini che “lei è mia”, “la mia donna”, “per lei decido io”, beh non avete capito niente. Niente di niente.
Nessuno appartiene a nessuno, se non a sé stesso (e a volte nemmeno questo è vero).
Ogni donna appartiene a sé.
E fa quello che le pare.
Dove le pare.
Quando le pare.
Con chi le pare.
O almeno così dovrebbe essere.
La cultura della violenza, del possesso, del controllo sulle donne deve finire. Perché genera mostri e genera morti.
(Se stai leggendo questo post e hai bisogno di aiuto, TI PREGO chiedilo!
Alla Casa delle donne di Rimini o direttamente a Rompi il Silenzio.
Se hai dei dubbi e se ne hai io ho già paura per te, compila questo questionario online, quando sei sicura di essere sola.)
Photo credit: Casa delle donne di Rimini