Giuro che scriverò anche qualcosa di utile su Porto che abbiamo visitato in lungo e in largo, lo giuro. Ma prima di farlo ho bisogno di fare chiarezza dentro me. Di lasciare correre le dita sulla tastiera per liberare questo fiume di sentimenti che Porto ha suscitato in me.
Porto è una città divisa.
Non trovo, per quanto mi sforzi, una definizione migliore.
Divisa tra affascinati, tristi case abbandonate e palazzi rumorosi, tra boutique di lusso e poveri che arrancano per le vie in gruppi di due o tre, o più spesso soli, trascinando per strada le loro poche cose in enormi buste di plastica. E quei cartoni accatastati in antri di case non più abitate, usati certo per proteggersi dal freddo della notte e dal freddo nel cuore.
Porto mi ha straziato il cuore. Diviso a metà.
Per il silenzio irreale di certe vie strette e il caos inopportuno della Ribeira. Tra un fiume maestoso che tutto domina e l’Oceano che non si lascia dominare.
A Porto è “normale” incontrare annoiate signore o ragazze sulle soglie delle loro case dove vendono sé stesse e, per me, la loro liberà. A qualunque ora del giorno e della notte. Qualunque.
Quelle stesse signore e ragazze che se passi con due bambini sorridono e si scostano leggermente, poco più in là, come volessero sottrarsi a una vista ancora ingenua.
A Porto incontri sguardi truci che in realtà poi si svelano essere di una gentilezza antica.
Hotel di lusso proprio a fianco a case abbandonate. E case abbandonate e altre case abbandonate ancora, dove le finestre sono chiuse con spessi cartoni che certo non fermeranno il declino e quel senso di caducità che ti coglie nel guardarle. Quel senso di una vita che è stata e ora chissà dov’è.
Ci sono quartieri autentici e senza turisti dove i ristoranti servono solo due piatti e o così o niente. E poi ci sono quartieri splendidi, ma troppo turistici come la Ribeira.
E poi c’è il Douro, che scorre placido sempre uguale e sempre diverso. Il Douro meraviglioso, il Douro grandioso e l’Oceano. Di un blu intenso e così immenso da fare, davvero, paura in un giorno grigio di nebbia fitta.
L’Oceano stupendo.
Porto è davvero una città divisa.
Così divisa che ha lasciato divisa anche a me.
Arrivederci Porto, ci vedremo di nuovo in qualche alba silenziosa e grigia, proprio come piace a te.
Sono stata a Porto e mi ritrovo nei tuoi racconti di questa fatiscente città. L’hai raccontata d’un bene che mi è venuta malinconia. Vita reale… Grazie 🙂
Grazie mille 🙂
Troppo buona
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