Elogio del viaggiare lento

Invecchiando si diventa più saggi“, così dice mia madre.
Questa volta le devo dare ragione.
Io corro sempre. Ho mille impegni giornalieri.
Alle 9.00 di mattina quando entro in ufficio ho già preparato la colazione per tutti, steso i panni, rifatto il letto, preparato il mio pranzo, sono andata in piscina o in palestra, forse ho anche portato il nano malefico dai nonni e alle 9.00 riesco ad accendere il pc.
Io corro sempre, non mi fermo mai, neanche quando dormo.

Eppure ho scoperto, grazie al mio piccolo nano malefico, che non si può (e non si deve) viaggiare correndo.
Davvero non si può. Non visitate quattro città in quattro giorni.
Visitatene una. Vivetela davvero.
Viaggiare con un bambino di meno di due anni è possibile, ma non permette di correre come forsennati. Bisogna fermarsi, rispettare anche le sue esigenze, quindi arrivano inevitabili i temibili tempi morti.

Tempi morti che ti consentono di scoprire e vivere davvero una città.

Stare seduti in un parco e osservare come giocano i bambini del posto.
Correre per un’ora avanti e indietro in una piazza mentre intorno a te adorabili signori anziani portano a passeggio il cane e chiacchierano del più e del meno.
Restare a guardare per mezz’ora un gatto dentro un giardino e sbirciare dietro le tende di una finestra, a rubare granelli di intimità di chi ci abita.

Conderdersi il lusso di restare lì con calma, a vedere scorrere la vita di una città. La sua eloquente, spesso trascurata, danza giornaliera.

Certo non avrete visto tutto quel che c’è da vedere, ma avrete vissuto davvero un luogo. Lo avrete conosciuto più in profondità, meno superficialmente e in modo turistico.

Avrete sentito che sapore ha l’alba di quella città, a che ora tramonta il sole e quand’è che si fa l’aperitivo.
Cosa si legge al mattino e come ci si saluta quando è ora di andare via.
Come si sorride e come ci si tiene la mano.

Godetevi il viaggio, rilassatevi. Godetevi il viaggiare lentamente. Il più lentamente possibile.

Photo Credit: Leonardo Neri

6 comments to “Elogio del viaggiare lento”
  1. Condivido in pieno quello che hai scritto Vale…Ogni viaggio richiede tempo, tranquillità, lentezza. Le città che mi sono piaciute di più, infatti, sono quelle dove mi sono fermato per più giorni e non ho seguito alla lettera (e di corsa) delle tappe prestabilite. Bisognerebbe vivere una città senza orari, e ogni tanto, perdersi nei suoi meandri, senza mappe, senza mete.

    • Grazie Simo, che bella frase “perdersi nei suoi meandri, senza mappe, senza mete”. Ecco è così che vorrei viaggiare sempre 🙂

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  3. Condivido e STRAQUOTO… io sono partito da più di 4 anni e…devo ancora tornare…

    Concedersi di lasciare che sia il tempo a gestirci e non il contrario è un lusso che in pochi si possono permettere ma noi tutti dovrenno pretendere!

  4. Pingback: Perchè è bello viaggiare con i bambini | Nessun dorme

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