Inno alla gioia

La vita è dura e bastarda.
Per questo non mi concedo di stare male, di soffrire troppo a lungo, di piangere tanto.

Perchè vedo intorno a me, tante persone che soffrono, e soffrono davvero. Che affrontano con ardore, coraggio e tenacia, situazioni che mi devasterebbero. Come un treno in corsa che investe tutto quel che trova.
La vita è dura e bastarda, non me lo voglio dimenticare mai.

Per questo io, che so di essere fortunata, ho il dovere di sorridere e ridere. Di godermi la vita, di apprezzare ogni giorno quello che ho. E ho tanto, anzi ho tutto.
I miei figli stanno bene, l’uomo che amo mi sorride ogni mattina e mi bacia ogni sera. I miei genitori stanno bene, le persone a cui voglio bene sono tutte in salute. Cosa chiedere di più?
Chi si lamenta senza motivo fa un peccato, non contro dio (che io non ci credo) ma contro sè stesso e contro chi davvero soffre.

Ogni sera, prima di dormire, nel silenzio scricchiolante della casa addormentata ringrazio il cielo, o un improbabile dio o semplicemente la buona sorte, di essere fortunata. Di aver vissuto un altro giorno senza soffrire e senza perdere niente e nessuno di coloro che riempiono la mia vita e danno a questa il suo significato unico e più profondo.

Chi si lamenta del niente, chi è insoddisfatto, chi piange lacrime finte e ingiustificate, commette un errore che io non posso perdonare.
L’errore di aggiungere inutile dolore a tutto quel dolore che non può essere cancellato.

Per questo, ogni giorno, ogni santo giorno, io sorrido e cerco di non fare tragedie di piccoli problemi, di inconvenienti quotidiani, ma cerco di guardare alla vita con serenità e mi ricordo della mia nonna Delia, capace di affrontare due guerre, crescere sei figli tra la miseria e le botte.

Mi ricordo come, poco prima di morire, sapeva ancora sorridere e dire, semplicemente, che niente importava con un gesto brusco della mano.

Quel gesto, oggi, è il mio.
E dovrebbe essere di tutti coloro che non soffrono davvero.

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