La soglia del dolore si alza leggermente ogni volta che respiro, sento una fitta alla pancia, al petto.
Negli anni ho imparato a chiedermi cos’è. Cos’è, davvero? Che mi fa avere paura, sentirmi triste fino alla soglia delle lacrime, cos’è che mi accende il cuore, che mi fa sorridere del mio sorriso migliore?
Cos’è che mi scalda la pancia e mi infuoca di rabbia? Cosa succede quando mi fermo e resto in silenzio a guardare? Le stelle, un bimbo che cade, un fiore che ondeggia lieve nel mezzo del vento più dolce che c’è.
Cos’è questa cosa che chiamiamo “vita”? Questo sussurro di anime, di incontri e scontri, tra gente che non si conosce, si conosce – forse – o che crede di conoscere e conoscersi.
Cosa accade quando le luci del palcoscenico si spengono e resta solo il silenzio e il buio e il vuoto tutto intorno a noi?
Vivere, fa paura davvero.
Vivere il dolore. Il dolore della perdita, di qualcuno che se ne va. Il dolore di chi ha tradito la nostra fiducia. Il dolore e tutti gli sbagli commessi. Quanti sono quegli sbagli che avrei potuto, voluto evitare e che invece no, ogni singola volta, eccolo lì, lo stesso sbaglio. Lo conosco, lo vedo e ci casco dentro con tutti i piedi e con tutta me stessa.
Gli errori e i sogni. I salti nel buio, nella corrente tumultuosa del cuore che tutto spinge e poco trattiene. Questo impeto alla vita, a viverla così com’è, a viverla tutta, a lasciarsi attraversare dalle emozioni, non trattenerle, non nasconderle. Come vento sulla pelle nuda e mostrarsi così, affranti e allo stesso tempo bellissimi, di una luce interiore che, dio solo sa, quanta fatica mi è costata.
Non arrendersi, mostrarsi al mondo nuda, disarmata, col coltello tra i denti come rosa rossa e cedere il passo, lasciare andare, cercare di morire e poi rinascere ogni volta.
Un inno d’amore alla vita. A quella vissuta, a quella mancata. A quel che è stato, a quel che è. E anche a quel che sarà.
Cadere, rialzarsi, cadere di nuovo. Guardare le sbucciature sulle ginocchia, sorridere. Sono ancora viva, ancora. Anche questa volta.
Che brivido la vita.
Che brivido.
E vivere tutto. Tutto quel che c’è da vivere, come in un soffio, come in un turbinio. È questo, alla fine che significa per me essere viva, sentire tutto. Come oggi.
Sento tutto il dolore e sento tutta la forza dentro di me. Respiro. Sento tutto. Sono viva, mi dico. E sì, nonostante tutto, lo sono davvero.