In Gestalt le emozioni di base sono 4: gioia, dolore, paura e rabbia.
Emozioni di base significa che noi tutti le proviamo, fin da quando siamo bambini. Le sentiamo, sono innate e non avrebbero assolutamente nessuna connotazione negativa. Anche se poi, crescendo, magari invece, (mamma e papà, la società, la cultura o forse addirittura noi stessi) ci fanno credere di sì.
Le emozioni non sono né giuste né sbagliate. Semplicemente sono.
Sono cresciuta pensando che la rabbia fosse sbagliata, qualcosa che mi rende meno amabile, meno degna di amore. Qualcosa che può ferire l’altro, così tanto che è meglio stare zitta e non dire. Ho creduto a lungo alla favola della principessa che non si arrabbia mai, si immola al suo destino, per quanto infausto sia, e aspetta che qualcuno la salvi dai suoi demoni.
La rabbia, invece, è quell’emozione che può assumere la forma della volontà e della determinazione, che ci porta a tenere il punto in una discussione o raggiungere un risultato tanto desiderato. La rabbia ci porta a alzarci dal letto ogni mattina, nonostante le lacrime della notte. La rabbia è quella che ci fa dire “No, da qui non passi” e ti giuro che se arrivo a dire che da qui non passi, tu non passi.
La rabbia setta i confini personali, di ciò che è consentito e di ciò che non lo è, per noi. Ci permette di scegliere a chi dedicare il nostro tempo, le nostre attenzioni e di discriminare tra ciò che ci piace e ciò che non ci piace.
Di dire no. E anche di dire sì, questo me lo prendo io e non tu.
La rabbia permette di mantenere la posizione mentre tutto sembra cascare a rotoli, significa volersi bene e accettare che qualcuno può non volercene, ma noi sì, noi ce ne vogliamo e se quella persona, quella situazione non va bene per noi, allora noi non stiamo lì come principesse in attesa, ma saliamo su quel cavallo e ci allontaniamo.
Attenzione però, la rabbia va espressa e non agita (con urli, botte, insulti, giudizi e altro ancora). È fatta di frasi nette che esprimono questo sentimento, chiaro, preciso, pulito e vitale. Può assumere forme diverse come mantenere una distanza da una persona per noi nociva, o la forma del sarcasmo con una presa in giro di noi stessi e dell’altro. Può essere un silenzio prolungato o una frase netta che esprima come ci sentiamo, cioè arrabbiati.
Senza rabbia non saremmo vivi.
Imparare ad esprimere la rabbia è un lavoro gestaltico e non dei più facili. Per qualcuno può essere difficile contattarla, per altri la difficoltà sta nel trovare una modalità espressiva che non sia un agito. Va detto però che la fatica di questo duro lavoro è la conquista di una dimensione di Sé come persona più completa.
Non sentire anche una sola delle emozioni di base ci porta a sentire meno anche tutte le altre. Per provare amore quindi e gioia, è necessario sentire anche le altre tre. E smettere di giudicarsi al riguardo come se il dolore, la paura e la rabbia fossero emozioni meno “positive” e meno degne di essere vissute.
Le emozioni, infatti, semplicemente sono. Né giuste né sbagliate. Esistono ed è ora di cominciare a dirsi (e ridirsi e ridirsi ancora e ancora) che hanno tutto il diritto di esistere. Proprio come noi.

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