Pensieri sparsi di una donna, libera, sull’orlo della vecchiaia (che la crisi di nervi è già la norma)

Sto invecchiando.
Lo dicono le mie occhiaie, le mie rughe, i capelli bianchi e pure la stanchezza cronica. Ah e anche il totale disinteresse per le discoteche.

Ma invecchiare ha qualcosa di bello.
Non ho più paura del giudizio altrui.
Posso infilarmi il pigiama prima di cena.
Se prendo due chili in più posso nascondermi dietro l’idea che, porca puttana, ho partorito due figli.
Ho scoperto il sushi che adoro (e che vi invito ad andare a mangiare il mercoledì sera alla Locanda di Montecavallo).
Ho delle idee certe e tante altre che invece proprio no, ma va bene così.
Posso dare confidenza agli uomini senza che nessuno pensi male, tanto sono vecchia.
Posso dire che non credo in Dio che nessuno si sconvolge.
Posso ridere sguaiatamente e pure piangere qualche volta.

Ma soprattutto posso dare e basta, senza chiedere niente e essere clemente.
Essere clemente con chi vuole raccontarsi, raccontarmi.
Con chi ha bisogno solo di qualcuno che lo ascolti.
E io ascolto.
E capisco.
Era tanto tempo che non mi succedeva più. Non c’è giudizio. Non c’è paura.

Ed è bello. Mi fa sentire bene. Sapere che una persona si fida di me. Che mi chiede aiuto se ha bisogno. Che ha voglia di farmi delle confidenze.
È rigenerante per lei e lo è per me.

Date. E basta.
Senza chiedere e siate clementi perché “ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre.”

Che ognuno di noi ha la sua battaglia, ma combatterla con qualcuno che nel mentre ti ha fatto una carezza o ti ha donato un sorriso è sempre meglio. Molto, molto meglio.

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