Stefania ha dato il via a questa iniziativa: raccontare tre azioni quotidiane di cui si va fieri e che, piccolo passo dopo piccolo passo, possono, forse non cambiare il mondo, ma migliorarlo. Migliorarlo anche solo un pochino.
Elisa mi ha invitata e io, oggi, rispondo. Ci ho pensato su parecchio. Sono andata anche un po’ in crisi a dire il vero, ma poi, nel silenzio di una sera quando tutti, finalmente, a casa mia dormono ho pensato che sono fiera di:
- cercare di non avere fretta. Mai (o quasi mai). Soprattutto di non mettere fretta ai miei figli. Cerco di trovare quel tempo che crediamo di non avere e, invece, giuro, c’è. Il tempo sprecato a dire “dai, corri” è tempo che si guadagna nell’aspettare quel minuto in più. Minuto che a me non cambia la vita e a loro permette di non essere già stressati a tre anni.
Il tempo, per me, è il bene più prezioso che ho, che abbiamo. Non sprechiamolo correndo. - Essere gentile. Sono gentile praticamente con tutti (tranne con il povero Leo che mi sopporta). Sono gentile al lavoro, sono gentile al telefono, sono gentile perfino con i centralinisti che mi tartassano di chiamate stalkerandomi a ogni ora, sono gentile. Che con gentilezza si può dire tutto o quasi. La gentilezza è in controcorrente in questo mondo di arroganti e prepotenti. La gentilezza conquista e spiazza e lascia interdetti. Siate gentili e otterrete sempre (o quasi) quello che desiderate.
- Ascoltare le persone quando parlano e guardarle negli occhi. Vi sembrerà banale, ma è da tempo che ho notato che non si ascolta più chi sta parlando, ascoltare davvero intendo. Guardare negli occhi e semplicemente ascoltare. Ogni parola che dice. E’ per questo che la gente mi vuole bene (o meglio, è per questo che mi illudo che la gente mi voglia bene). In più, tendenzialmente, io non giudico nessuno. Quindi ricapitolando: ascolto, guardo negli e non giudico. Se tutti lo facessimo davvero si litigherebbe meno, avremmo più amici e saremmo tutti più tolleranti.
Non sarà molto, ma è meglio di niente. E voi, di cosa andate fieri?
Invito a risponere a questo spinoso quesito tre adorabili donne:
Sara Paolucci di Travelgum perché l’amo e vorrei proprio sapere di cos’è che va fiera e perché già so che mi farà venire la pelle d’oca leggendola
Giulia Ventrucci perché a lei piace sempre misurarsi con sé stessa e a me piace leggerla
Michela Simoncini di Comunica Te Stesso perché non vedo l’ora di scoprire che cosa ne salterà fuori.
In effetti il tuo primo punto ci azzecca tantissimo anche con la mia vita “milanese”. Sempre di fretta, poi faccio cose che neanche mi rendo conto di fare. Tempo sprecato! Un’altra cosa che hai scritto e mi ha colpito: la gentilezza nei confronti dei centralinisti che magari chiamano a casa durante ora di cena. Anche io cerco sempre di essere paziente e rispettosa, non è bello ricevere risposte secche e telefoni sbattuti in faccia. Ammetto, a volte ti fanno perdere la pazienza ma bisogna cercare di mettersi nei loro panni (che poi per pagarmi gli studi, quel lavoro l’ho fatto anche io!)
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